Il manifesto pubblicitario dalla Belle Èpoque al LedWall, ovvero la forza dell’immagine nella comunicazione di massa è largamente diffusa nelle sue varie declinazioni: dalla televisione ai manifesti pubblicitari outdoor, dalle inserzioni sui giornali alla cartellonistica stradale per arrivare ai grandi spazi dei LedWall e agli schermi lcd. Dispositivi diffusi ormai negli spazi pubblici quasi ovunque nel mondo che sono alla base della comunicazione visiva out of home.
Una storia che parte da lontano
Il manifesto pubblicitario dalla Belle Èpoque al LedWall, ovvero la forza dell’immagine nella comunicazione di massa è evidente e sotto gli occhi di tutti. Dai loghi che identificano immediatamente realtà commerciali, istituzionali, imprenditoriali a disegni e foto che illustrano in modo persuasivo prodotti da vendere o persone da promuovere come nelle campagne elettorali.
Oggi è cosa ovvia e largamente diffusa nelle sue varie declinazioni: dalla televisione ai manifesti pubblicitari outdoor, dalle inserzioni sui giornali alla cartellonistica stradale per arrivare ai grandi spazi dei ledwall e agli schermi lcd diffusi ormai negli spazi pubblici quasi ovunque nel mondo e sono alla base della comunicazione visiva out of home.
Dall’Impero romano agli affreschi medievali, la comunicazione visiva è sempre attuale
L’immagine, per la verità, ha sempre avuto una importanza fondamentale nella trasmissione di messaggi alle grandi masse, basta pensare all’impero romano quando il busto dell’imperatore in carica veniva riprodotto in serie in migliaia di esemplari in vere e proprie industrie scultoree. L’immagine veniva poi spedita con gli eserciti in ogni angolo delle terre sotto il dominio di Roma per far vedere il volto di chi comandava, volto che era poi quello che si vedeva pure sulle monete.
Anche i grandi affreschi o i mosaici medievali nelle chiese avevano un intento di comunicazione ed educazione pedagogica verso i fedeli analfabeti, che così imparavano il timor di Dio e le storie dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Il manifesto pubblicitario dalla Belle Èpoque al LedWall
L’utilizzo commerciale delle immagini, al fine quindi di aumentare le vendite di prodotti o beni o di eventi di vario genere, nasce nella Parigi di fine Ottocento, nel periodo della cosiddetta Belle Èpoque che va circa dal 1871 fino al 1914. Un periodo per l’Europa di pace e spensieratezza, durante il quale nasce anche il concetto di “tempo libero”, però solo per le classi più agiate. Interessa oltre Parigi e la Francia, un po’ tutti i paesi dell’Europa Occidentale e le Americhe. In Italia coincide con l’età Umbertina prima e con quella giolittiana poi, a inizio Novecento.
L’idea del manifesto pubblicitario nasce a Parigi a fine Ottocento dove si diffonde grazie all’intuizione di Jules Chéret, artista e tipografo eclettico, che sfrutta l’evoluzione tecnica del mondo delle macchine da stampa. Comprende che il testo non può essere l’unico elemento protagonista di una buona pubblicità e inizia a privilegiare il potenziale dell’immagine per attrarre anche le persone più distratte grazie alla forza dell’impatto visivo.
Chéret cerca di rappresentare a pieno lo spirito del suo tempo attraverso il manifesto come un’opera-prodotto in grado di conciliare valori estetici, sperimentazione tecnica ed efficacia pubblicitaria.
Le caratteristiche di un buon manifesto secondo Chèret
Un manifesto, secondo Chèret, deve essere ben visibile; deve sedurre al primo sguardo; deve essere piacevole, in grado di catturare l’attenzione e in grado di far decidere; deve avere la capacità di comunicare in un attimo a chi passa sulla strada di fretta. Tutti concetti di grandissima attualità che sono alla base della moderna comunicazione visiva soprattutto quella outdoor, dalla cartellonistica ai ledwall.
Chèret è dunque il primo a cogliere le potenzialità del manifesto pubblicitario legate alle nuove tecniche di stampa litografiche che nel Novecento diventeranno uno dei veicoli più fertili della comunicazione pubblicitaria. Ma ci sono anche altri artisti che in quel periodo d’oro si dedicano a questa nuova frontiera artistica.
Le invenzioni di Henri de Toulouse‐Lautrec
Alla fine dell’Ottocento un altro grande e più celebre precursore di questa tecnica comunicativa è Henri de Toulouse‐Lautrec che introduce nelle sue litografie e nei suoi manifesti una serie variegata di colori contrastanti che avvicina sempre di più l’arte al contesto pubblicitario.
Toulouse-Lautrec realizza una trentina di manifesti per promuovere le serate dei locali notturni parigini. I disegni proposti dei manifesti sono personaggi della vita notturna parigina. Intento dell’artista è sempre quello di realizzare i manifesti come delle opere d’arte originali e innovative.
Forse il più celebre manifesto pubblicitario realizzato da Toulouse-Lautrec è quello per il Café Divan Japonaise, in occasione della sua inaugurazione, in stile orientale, nel 1893. Commissionato dal proprietario del locale, Édouard Fournier, l’opera ebbe il compito, riuscito, di richiamare un folto pubblico in occasione della sua inaugurazione.
La cartellonistica pubblicitaria e l’avvento della tecnologia
La cartellonistica pubblicitaria è un evergreen della comunicazione visiva. L’evoluzione delle rappresentazione e delle illustrazioni adoperate nel corso dei secoli per comunicare. Immediata, intuitiva, incisiva. La comunicazione visiva, oggi come nel passato è un mezzo efficacissimo che colpisce l’attenzione dello spettatore e rimane nella memoria. Gruppo Lapis Verona dispone di una moltitudine di impianti dedicati alla cartellonistica pubblicitaria e offre ai propri clienti un servizio chiavi in mano: dalla pianificazione della campagna, alla progettazione per arrivare alla realizzazione. Assolvendo a tutte le pratiche burocratiche necessarie.
La tecnologia ha contribuito notevolmente al cambiamento delle nostre città, anche dal punto di vista della comunicazione visiva. Un’evoluzione che ha avuto ripercussioni sia sugli skyline che sull’impatto ambientale. Gruppo Lapis Verona è stato il primo ad istallare schermi LedWall a Verona. Quattro impianti a led ad alta tecnologia, i primi del genere nel territorio veronese, a controllo remoto ed ecologicamente non impattanti, eliminando sul posto l’applicazione con carte, plastiche e colle e la presenza di operai e mezzi sulle strade.