Fake news: una questione di educazione. Il continuo dilagare di false notizie e il proliferare di discussioni intrise di odio e discriminazioni di vario genere non risparmiano nessuna categoria di persone, enti, società, associazioni. Non c’è distinzione tra i sessi, l’età, la provenienza, la professione, chiunque può esserne vittima. Il terreno, fertilissimo, su cui si muovono sono soprattutto gli strumenti digitali. Il pettegolezzo, il chiacchiericcio, la cattiveria, finanche forme di vere e proprie offese, sono diventate fenomeni di massa. Replicati senza discernimento per milioni e milioni di volte. Come difendersi allora? Con la ricetta più antica e sicura: la cara vecchia buona educazione. E qualche strumento in più. (L’immagine di copertina del post è di: https://it.freepik.com/.
Contromisura UE
Fake news: una questione di educazione. L’Unione europea, ad esempio, ha varato qualche contromisura pensata per i più giovani, data la preoccupazione del continuo dilagare di false notizie che corrono sovente sul web e sui social, piazze virtuali tanto amate dai giovani di tutto il mondo. In particolare Sull’European Youth Portal, il Portale Europeo per i Giovani, è possibile trovare alcune indicazioni preziose su come difendersi dalle bufale, così come scaricare una App dedicata denominata Fake Off.
Fake news: una questione di educazione
La Finlandia offre un ottimo esempio di come si possa contrastare il fenomeno. Sono stati istituiti infatti diversi corsi per imparare a difendersi dalle fake news. I promotori appartengono alle categorie più disparate: dalla televisione nazionale, ad alcuni quotidiani, fino ad arrivare alle associazioni. E naturalmente a scuola! Tutti gli alunni delle scuole finlandesi hanno a disposizione lezioni di tecniche e metodologie di insegnamento dell’alfabetizzazione mediatica.
Cosa dicono gli italiani
Un articolo pubblicato online dal quotidiano La Repubblica sostiene che “il 62% degli italiani nell’ultimo anno si è accorto di essere stato vittima di fake news, cioè aver creduto come vere notizie poi rilevatesi false e veicolate nel web, ed il 55% di essere incappato in un contenuto deep fake, cioè video manipolati in cui con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale si camuffa la voce di un personaggio pubblico, ovviamente a sua insaputa.”
Fake news: una questione di educazione. La bufala del momento
Numeri che devono far riflettere, così come deve far riflettere la recente fake news che ha fatto il giro del mondo e che dà la dimensione della portata e della pericolosità del fenomeno. Stiamo parlando della bufala che ha visto coinvolta la moglie di Zelensky,Olena Zelenska, che, secondo la fake news, sarebbe andata a Parigi a comprarsi una Bugatti da quattro milioni e mezzo di euro con i soldi degli aiuti all’Ucraina. Ma ciò che preoccupa è che tale falsità sarebbe stata ordinata da un tale di nome John Mark Dougan, “un ex marine ed ex vice sceriffo della contea di Palm Beach, in Florida. Un uomo di cui si parla almeno dal 2016, quando venne emesso un mandato d’arresto contro di lui per ben 21 reati tra cui l’estorsione, l’intercettazione illegale e la diffusione di materiale sensibile” come riporta Libero Quotidiano.
La bufala del momento che ha visto coinvolta la moglie di Zelensky,Olena Zelenska.
Bugie di casa nostra
Dabbenaggine, sensazionalismo, frustrazione, desiderio di visibilità, tornaconto personale. Quali che siano le motivazioni di chi divulga false notizie, informazioni non veritiere, insomma bugie volte a screditare qualcun altro, il lavoro altrui, l’operato di chicchessia, compie un atto di grave mancanza di rispetto e talvolta anche di violazione della legge. Vedersi vittime delle fauci di questi leoni (ci scusiamo con i leoni… è un modo di dire) da tastiera che con troppa superficialità emettono sentenze può essere un’esperienza molto negativa. Chi lavora da decenni nella comunicazione, ne conosce e ne rispetta le regole, chi osserva la legge, non può che condannare fermamente qualsiasi condotta che non rispetti le regole della buona educazione, ancor prima di quelle del codice civile.
Cosa fa il Gruppo
Gruppo Lapis Verona è attivo da oltre trent’anni nelle aree di Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Mantova e Brescia. È specializzato nella pianificazione, progettazione e realizzazione di campagne pubblicitarie e di comunicazione outdoor. È in grado di seguire i processi di realizzazione dalla grafica all’installazione fino all’assolvimento di tutti gli aspetti burocratici necessari secondo le norme di legge.