La pubblicità tra arte e cultura. Sta per iniziare una mostra a Treviso, al San Gaetano, il Museo Nazionale Collezione Salce dal 1 marzo al 30 giugno, dal titolo “Futurismo di carta”, parte seconda, con il sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”. “L’altro Futurismo di Carta: i decenni dell’aeropittura”, un’occasione che permette di comprendere quanto la pubblicità sia molto più della semplice sponsorizzazione di un prodotto. Si tratta di un fenomeno che permea ed è permeato dalla cultura che lo origina e in cui si inserisce.
La mostra, curata da Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, è dedicata agli anni che precedono il secondo conflitto mondiale, quando, tra il 1930 e il 1940, il futurismo raggiunge l’apice del suo sviluppo, con l’aeropittura che, trasposta in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto per riplasmarsi nell’avvicinamento al surrealismo.
I manifesti dalla propaganda alla pubblicità
I manifesti, e altrettanto la pittura, riflettono il clima del momento. In un’Italia che sta trasformandosi da paese agricolo a industriale, con l’industria aereonautica e quella automobilista al centro della scena. Nella memoria collettiva sono vivide l’impresa dannunziana del volo su Vienna del 1918 non meno dei mitici duelli di Francesco Baracca sui cieli del Montello. Colpisce l’impresa di Francesco De Pinedo che plana il suo idrovolante Savoia Marchetti sul Tevere dopo aver raggiunto l’Australia: 55 mila chilometri sul mare o sui grandi fiumi, in 80 tappe. Lo stesso De Pinedo, pochi mesi dopo, vola dall’Italia alle due Americhe, per poi fare ritorno in Italia.
E con De Pinedo, il vicentino Arturo Ferrarin, protagonista del raid Roma-Tokyo e del primato del volo: 58 ore in circuito chiuso. Italo Balbo nel 1931 compie il “volo di massa” verso il Brasile; nel ’33 sarà la volta della Crociera aerea del Decennale, la trasvolata Roma-New York per festeggiare il decennale del regime. Lo “spirulare” su città e campagne affascina e coinvolge artisti che, come Depero – che a Rovereto era cresciuto accanto al pioniere dell’aviazione Gianni Caproni – vogliono provare l’esperienza del volo. Ricavandone visioni nuove, allontanandosi dalle cose terrene, a rinnovare la visione del mondo.
Arte e pubblicità
“Uno slancio, un salto di livello e valori che si evidenzia in pittura quanto nella grafica pubblicitaria”, anticipa la curatrice Elisabetta Pasqualin. “Permangono i colori accesi e contrastanti che già erano in uso nella prima fase della grafica futurista, ma il lettering diventa meno predominante, partecipa ancora al movimento e alle linee presenti nel manifesto, ma torna anche ad essere corredo esplicativo delle immagini. Aumenta, naturalmente, il numero di manifesti incentrati sul tema del volo e delle manifestazioni aereonautiche.”
La mostra
La mostra, accanto a creazioni di Di Lazzari, Martinati, Garretto, propone il “Manifesto per l’esposizione aeronautica italiana”, opera del 1934 dell’artista Carla Albini. Si riconferma il binomio automobile-areo espressione di dinamismo e velocità. Nelle macchine, scie di colore, circuiti automobilistici, linee a zig zag e a spirale. Il cielo, la terra ma anche l’acqua: motoscafi che sfrecciano lasciando profonde scie e lanciano alti spruzzi, eliche in primo piano (Codognato, Riccobaldi Del Bava). Complice la spinta alle attività sportive, protagonista di molti manifesti di questo momento è il corpo in movimento, quale strumento dinamico: nuoto, tennis, rugby (Mancioli. Boccasile).
Il Manifesto di Illy Caffè
La figura umana viene ancora interpretata in chiave di modernità per impersonare le continue novità dell’industria: l’uomo Fiat di Nizzoli o il meccanismo antropomorfo dello Sniafiocco di Araca (Enzo Forlivesi), per esempio. Anche il volto umano diventa spesso soggetto di affiche, scomposto in chiave quasi cubista, geometrizzato o reso quasi un sogno, come nel manifesto per Illy Caffè di Xanti. A proporre una visione onirica e irrazionale, libera da suggestioni logiche. E la grafica si dimostra già pronta a voltare pagina.
La pubblicità tra arte e cultura
La pubblicità è una forma di comunicazione che ha uno scopo ben preciso. Far conoscere e apprezzare una dato strumento o servizio. É sempre esistita e ha assunto diverse forme, dalle più semplici alle più complesse. Si tratta di un aspetto che fa parte del cosiddetto costume di una società. La pubblicità tra arte e cultura: conoscerla, capirla, apprenzzarne i contenuti ci fa comprendere anche il mondo in cui viviamo, la direzione in cui va il mondo e in esso le nostre vite. In modo un po’ romantico si può dire che la pubblicità è una cartina tornasole della realtà, la amplifica, al enfatizza, talvolta la crea. Comunicare e farsi conoscere attraverso un messaggio promozionale, può essere inteso come un modo di raccontare, fare cultura, creare arte. Si pensi alla campagna Exquisite Gucci del 2022 che si è ispirata ai film di Stanley Kibrick, a voi lasciamo la sfida di ricercare e scovare altre connessioni!