Armando Testa: l’artista della pubblicità

Armando Testa: l'artista della pubblicità

Armando Testa: l’artista della pubblicità. Autodidatta, creativo, ironico, eclettico, libero, geniale. Armando Testa sfugge ad ogni definizione possibile, non rientra nei parametri di una professione, di un ruolo, di un copione. Pittore, intellettuale, pubblicitario. Funambolo tra design e arti grafiche, tra vocazione d’artista e quella di uomo dei brand. Inventa la pubblicità moderna, ridisegna i confini della comunicazione visiva e consegna all’Italia le immagini popolari di uno dei suoi momenti più vivaci. Impegnato politicamente, non si sottrae alle battaglie ideologiche del suo tempo e partecipa con la sua arma più efficace: la creatività.

“L’ansia di conoscere sempre quanto c’è di nuovo, la curiosità non vincolata da barriere, ma libera di svolazzare in tutti i campi è il primo scalino della creatività” dice di sé Testa, che si definiva ed era “un inquieto viaggiatore dell’immagine”.

L’esposizione

Una grande mostra finalmente celebra Armando Testa (1917-1992), il piemontese che ha saputo rivoluzionare l’arte della pubblicità. È, infatti, al centro di una rassegna monografica che permette di scoprire e riscoprire aspetti inediti della sua produzione. La mostra a lui dedicata sarà visitabile a Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna fino al 15 settembre 2024 ed stata curata da Gemma De Angelis Testa, Tim Marlow ed Elisabetta Barisoni.

Armando Testa: l'artista della pubblicità.
Tim Marlow, Gemma De Angelis Testa ed Elisabetta Barisoni.

L’esposizione di Ca’Pesaro intende rivolge uno sguardo complessivo alla sua lezione e al suo lascito artistico, con un’attenzione particolare alle sue qualità e felici intuizioni come pittore, scultore, disegnatore e creatore di infinite suggestioni condensate, magicamente, in una sintesi inaspettata.

Gli esordi

Armando Testa: l’artista della pubblicità. Dagli esordi torinesi presso la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia e con l’insegnamento di Ezio D’Errico, l’esposizione mira a ricostruire il percorso artistico di un protagonista della cultura visiva contemporanea, creatore di celebri icone entrate da anni nel nostro immaginario collettivo.I suoi capolavori sono figli di una pluralità di linguaggi espressivi, sperimentati nel corso della sua carriera più che trentennale, la cui modernità è oggi fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei e che ha portato lo studioso di estetica Gillo Dorfles a definirlo “visualizzatore globale”.

L’esperienza con l’Industria Colori Inchiostri

Al primo concorso, vinto da Armando Testa a vent’anni per ICI (Industria Colori Inchiostri) nel 1937, si affianca la ricerca portata avanti nell’immediato dopoguerra per importanti aziende come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli, da cui scaturiranno alcune delle sue più geniali e iconiche invenzioni.

Le pubblicità iconiche

E ancora, le pubblicità, le campagne promozionali e i loghi per Lavazza, Sasso, Carpano, Simmenthal e Lines, tra gli altri, che hanno accompagnato diverse generazioni di spettatori, fruitori, artisti e creativi, si arricchiranno delle suggestioni di Testa per occasioni pubbliche nazionali, come le Olimpiadi di Roma del 1960, di cui realizzò il manifesto ufficiale vincendo un concorso segnato da articolate vicende. È la sintesi però, ciò che più lo interessa, come lui stesso racconta: “[…] Ho costruito una vita sulla frase di Mies van der Rohe: ‘Nel meno c’è il più’. Mi piacciono i segni elementari della comunicazione visiva dell’uomo: la croce, il cerchio, la diagonale e il moltiplicato.” (Armando Testa, A creatività obbligata, in “Progresso fotografico”, n. 3, marzo 1977, p. 36.)

Armando Testa: l’artista della pubblicità

Gli anni Cinquanta e Sessanta videro la nascita delle immagini e delle animazioni per la televisione, con personaggi, suoni e gesti che sono rimasti nella storia della pubblicità e della cultura internazionale: dal digestivo Antonetto (1960) alla celebre sfera rossa sospesa sopra la mezza sfera del Punt e Mes, che in dialetto piemontese significa “un punto e mezzo” (1960); da Caballero e Carmencita per il caffè Paulista di Lavazza (1965) agli immaginifici abitanti del pianeta Papalla per i televisori Philco (1966); da Pippo, l’ippopotamo azzurro dei pannolini Lines (1966-1967), alle pubblicità per l’olio Sasso (1968) e per la birra Peroni (1968).

Armando Testa: l’artista della pubblicità. La visione del futuro

Visionario, precursore, intuitivo. Aveva compreso con trenta anni di anticipo quello che sarebbe stato il tema dominante negli anni a venire. Così spiegava a una conferenza negli anni ’80: “Il mondo che noi viviamo, è un mondo di immagini che diventeranno sempre più intense, su cui il pubblico giocherà ad accostarle e a riviverle in plurimaniere. È questo il futuro dell’uomo che è bombardato dalle immagini… e sarà un gioco nuovo anche perché l’uomo nelle immagini avrà rapidità di connessioni e di scambi”. Con trent’anni d’anticipo e con l’assoluta sensibilità e lungimiranza che contraddistingue i grandi geni, aveva capito come la produzione e la circolazione delle immagini avrebbero acquisito un ruolo sempre più fondamentale nelle relazioni tra le persone e nella definizione della nostra realtà.

Una delle più iconiche e conosciute creazioni di Testa: Caballero e Carmencita per il caffè Paulista.

Cosa fa il Gruppo

Gruppo Lapis Verona è attivo da oltre trent’anni nelle aree di Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Mantova e Brescia. È specializzato nella pianificazione, progettazione e realizzazione di campagne pubblicitarie e di comunicazione outdoor.

Armando Testa: l'artista della pubblicità
L’ippopotamo azzurro dei pannolini Lines (1966-1967). Una pubblicità entrata nella storia della tv.